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23/01/2005: Uscita Neill Moss
Domenica 23 gennaio 05 - uscita al Neill Moss
Prima uscita impegnativa per i sopravvissuti al corso Martel.
Partecipanti: Riccardo, Stefania M., Stefania P., Atanasio, Fulgida.
Le prime insidie si incontrano nel trovare la strada giusta per arrivare al parcheggio della grotta. Qualcuno tira fuori due trasmittenti per garantire un contatto radio fra le due macchine ed allietare ciò che rimane del viaggio, ma il livello culturale è pari a quello dei neanderthal; sembra che nessuno abbia mai visto un walkie talkie. Qualcuno lo annusa...: Uh uh [...]
Gesticolando con gli indigeni locali arriviamo al parcheggio e usciamo dalle auto. 3, 2, 1, via, cervello avviato e il primo pensiero intelligente del mattino è quello di tornare a Genova dove, a detta di Stefania, ci avrebbe atteso uno strudel (si scrive così?). Dopo essersi brevemente consultati i nostri neuroni (si contano sulle dita di una mano mutilata), conducono i nostri corpi all'ingresso della grotta.
"Neill ti presento Ata e SteMa (nuovo soprannome)" gli unici due del gruppo che non conoscono l'abisso. "Ora scenderemo nelle tue viscere fino in fondo, non fare scherzi..."
La grotta attende qualche istante, prende un respiro profondo e risponde con uno sbuffo di aria gelida facendoci rimanere come 5 Swarosky...
"...Fa faa freddino qui, memeeglio muoversi"
La grotta è già armata tranne i primi pozzi che scendiamo con corda dinamica in puro stile bungee.
Arrivati finalmente sulle corde statiche scendiamo verso il fondo fermandoci nel salone a -90. Qui si banchetta tra cosce di maiale stagionate all'osso salumi di cinghiale e formaggi, fiumi di birra impazziti... no un momento; qualcosa non quadra. Ecco lo sapevo, il freddo ha preso il sopravvento ma ormai il film è partito. Bisogna abbandonare il cervello alla base del pozzo.
Proseguiamo verso il ramo di Badino, da qui la strada si fa tosta. Scendo giù per una serie di pozzi che sembrano non finire mai, ogni frazionamento è scomodo. Intravedo finalmente il fondo ma la corda si infila in una finestra laterale che si immette in un altro pozzo. Lancio un sasso per valutarne la profondità ma il rumore prodotto si allontana velocemente fino a scomparire inghiottito dalle tenebre. Inizia a fare caldo, la vicinanza al magma del nucleo inzia ad essere considerevole.
Voci confuse dall'alto richiamano la mia attenzione: è Atanasio, il nostro chirurgo plastificato il quale mi avvisa che più in su c'è qualche problema. Nulla di grave, è la Fulgida che gioca con le corde: sostiene di riuscire ad impiccarsi con un mezzo barcaiolo... Vista l'ora e le condizioni psico-fisiche decidiamo di incominciare la salita anche perchè le Stefanie saranno ormai quasi fuori. E già... sono dalle macchine che ci aspettano ma qualcuno ha dimenticato le chiavi in fondo al pozzo da 90. Il nostro gruppetto guadagna l'uscita per le 18.30, scendiamo il sentiero e liberiamo le due malcapitate dai ghiacci. Il processo di scongelamento è lungo e termina al 2 di picche in via Casaregis, davanti ad una cuffa di pasta e una buona birra, ci raggiungono Speleoalex e Ilaria.
Scherzi a parte è stata un'uscita piacevole e impegnativa in cui torneremo n volte. La SteMa a furia di piccoli passi tra un mese la troveremo in fondo a Piaggia Bella a passare sifoni in apnea.
Complimenti a tutti, grazie gruppo
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Commenti:
Stefania
Ciaooooooooooooooooooooo
stefania